Renata Bonfanti
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Mio padre aveva inserito molte opere di Danilo nelle sue architetture: erano soprattutto bassorilievi in pietra o in ceramica ma anche sculture e ogni opera veniva ideata di volta in volta, a seconda della situazione architettonica. Dagli incontri che queste collaborazioni richiedevano era nata un’amicizia che divenne presto “amicizia di famiglia”.
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Credo che una caratteristica importante del modo di operar di Danilo fosse quella sua capacità di trasformare ogni rapporto di lavoro in un rapporto umano più vasto e completo, non limitato cioè alla sola esecuzione dell’opera, ma coinvolgente tutto un insieme di cognizioni, sentimenti, emozioni che trasmetteva ai suoi committenti rendendoli in tal modo amici oltre che partecipi del suo sforzo creativo.
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Lavorava moltissimo ma in allegria e sembrava non avvertire la fatica. Chi lo ha conosciuto di persona non potrà facilmente dimenticare la sua capacità comunicativa, il modo brillante e preciso con cui sapeva descrivere una situazione, un avvenimento o un’immagine.
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Renata Bonfanti, artista tessile
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(dal catalogo della Mostra “Andreose scultore 1922 1987“, Gilberto Padovan Editore, 1993)
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